Preghiere
Alcuni anni fa mi
trovavo per la prima volta ad una conferenza interreligiosa. Per la prima volta
vivevo per una settimana insieme a coetanei musulmani. L’anno successivo ci ritornavo
e facevo anche una presentazione con una ragazza musulmana su donne e copertura
della testa in Ebraismo e Islam. Sentivo i miei confini identitari muoversi,
farsi fluidi. Vivere, mangiare, dormire con questi miei coetanei era più che
studiare insieme. Partecipare ad una preghiera del venerdì era più che parlare
di politica.
Una cosa che
allora mi aveva colpito molto e che mi sono portata dietro per questi anni è la
parte di preghiera “Allah hu akbar”, D è grande. Il fatto che molti terroristi dicano
queste parole, ma che siano in realtà una preghiera, appunto. E che durante la
preghiera i musulmani non possono portare armi. Il fatto che, in fondo non è
così lontano da “Barekhu et Adonai... Barukh Adonai hamevorach...” e che tutti,
musulmani e ebrei, ci inchiniamo tutti in quel momento.
Ecco, io oggi di
tutti questi pensieri non so che farmene.
La Sinagoga Kehilat Yaakov, Har Nof, Gerusalemme dopo il massacro.
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