domenica 25 maggio 2008

lag ba-omer

Venerdì scorso abbiamo festeggiato Lag ba-omer.
Siamo a mezza strada tra Pesach e Shavuot, nel mezzo del deserto.
Già fuori dall'Egitto, dalla cecità della schiavitù,
ma ancora non sappiamo dove ci porteranno tutte le possibilità che abbiamo di fronte a noi.
Un pensiero speciale a Gal, David, Dahlia e Tikva (ti aspettiamo).


אין לי ארץ אחרת


,אין לי ארץ אחרת
.גם אם אדמתי בוערת
רק מילה בעברית חודרת
.אל עורקיי, אל נשמתי
,בגוף כואב
בלב רעב
.כאן הוא ביתי
לא אשתוק
,כי ארצי שינתה את פניה
,לא אוותר לה
אזכיר לה
ואשיר כאן באוזניה
.עד שתפקח את עיניה

מלים: אהוד מנור
לחן: קורין אלאל


Tra pochi giorni Yom Yerushalaim

giovedì 22 maggio 2008

che cosa ho imparato questo anno

Un saluto speciale a tutti i nostri amici con i quali abbiamo condiviso dei mesi speciali e che adesso stanno tornando a casa negli Stati Uniti.
Un bacione a tutti voi che partite.
E per noi che restiamo un ricordo di uno shabbat a casa di Gingy.
There are ten, ten constipated men in the Bible, in the Bible.
There are ten, ten constipated men in the Bible, in the B.I.B.L.E.


The first, first constipated men was Adam - he soiled the garden
The second, second constipated men was Cain - he wasn't Able
The third, third constipated men was Noah - he filled the ark
The fourth, fourth constipated men was Pharaoh - he wouldn't let it go
The fifth, fifth constipated men was Moses - he took two tablets
The sixth, sixth constipated men was Balaam - he couldn't move his ass
The seventh, seventh constipated men was David - he fought a giant
The eighth, eighth constipated men was Samson - he brought the house down
The ninth, ninth constipated men was Solomon - he sat for forty years
The tenth, tenth constipated men was Joshua - he blew the walls down

giovedì 15 maggio 2008

per rinfrancar il palato tra un post e l'altro

Per alleggerire i toni e per gustarsi le arance che qui si trovano ottime quasi tutto l'anno, vi suggerisco questo pollo all'arancia. Niente a che vedere con la sua cugina (l'anatra all'arancia... ancora non riesco a farmela piacere). Niente a che vedere con cucina ebraica. A dire il vero non so neanche come questa ricetta sia finita ad un certo punto nel ricettario di mia madre, che me l'ha insegnata.

Ingredienti:
- 500 gr. petto di pollo
- 3 arance

- 1 limone
- noci tritate
grossolanamente
e pinoli a piacimento
- qualche cucchiaio di farina

- olio e.v.d'o. sale e pepe

Spremete le arance e il limone.

Tagliate a filetti il petto di pollo.
Mettete il tutto in una bacinella. Unite noci e pinoli, sale e pepe e fate marinare in frigo, coperto, per un paio di ore.
Dopo due ore tirate su i filetti di petto di polli e scolateli dalla marinatura (che non dovete buttare). Infarinateli leggermente e passateli in padella con un po' di olio, fino a che non sono dorati. A questo punto aggiungete la marinatura e lasciate andare fino a che i petti di pollo non sono cotti. La salsina deve restare un po' liquida. Si servono caldi, ma se la salsina è sufficientemente liquida sono ottimi anche riscaldati sulla
plata il sabato a pranzo.

mercoledì 14 maggio 2008

occhio per occhio

Dal numero di messaggi che ho ricevuto da parte di cattolici, credo di dovere qualche spiegazione in più sulla questione dell'aborto, lasciando per un momento da parte le mie convinzioni etiche personali e cercando di spiegare la posizione ebraica sul tema. Fermo restando che, come ho già detto e come rav Disegni ha scritto, le posizioni sono comunque molto variegate e le decisioni prendono sempre in considerazione il caso singolo.
Nei messaggi ricevuti, credo che in realtà vengano al nodo due diverse questioni. Da un lato c'è il preconcetto di sapere che cosa c'è scritto nella Bibbia, in particolare nel "Vecchio Testamento", o meglio (mi si passi il termine) la presunzione di dire agli ebrei e al mondo che cosa ci si dovrebbe leggere. Dall'altra c'è un problema di fondo: come può essere una religione "contro la vita"?
Cercherò di andare per ordine e mi scuso se non risponderò a tutte le domande. Non sono una rabbina. Al massimo sono un'apprendista rebbetziner.

Una cosa che mi pare sfugga ai miei amati lettori è che un testo acquista un valore non in sè, ma per le interpretazioni che se ne danno. La tradizione ebraica mette questo al suo centro e resta vitale proprio grazie a questo. Vi siete mai chiesti perché non ci sono molti ebrei ciechi? Eppure sta scritto "occhio per occhio". La chiave del mistero sta in quella parolina di cui sopra: interpretazione. La legge ebraica (halakhà) da millenni è appunto questo, attraverso la Mishnà, la Ghemarà e il Talmud prima e attraverso i responsa adesso, i rabbini di tutti i tempi hanno interpretato ciò che sta scritto nella Torà, per dare risposte concrete e valide per i problemi dei loro tempi. Questo significa ad esempio che praticamente da sempre il detto "occhio per occhio" è stato interpretato in termini di compensazione per il danno arrecato.
Interpretazioni diverse - evidentemente - la nostra e la vostra. Punti di vista sul testo, direi.
Per quanto riguarda specificamente la questione aborto, il testo principale di riferimento per noi è Esodo 21:22-25. Guarda caso proprio il famoso occhio per occhio.
"Quando degli uomini stiano lottando e uno di essi spinge una donna incinta facendola abortire, ma non provocandole alcun altro danno, il responsabile sarà punito in base a quanto il marito della donna può prendere da lui, secondo una stima. Ma se altri danni ne conseguono la punizione sarà vta per vita."
Da questo brano l'Halakhà deriva che la soppressione di un feto non è da considerarsi alla stregua di un omicidio e non è punibile come tale.
L'altro famoso passo che invece si continua a citarmi è dal libro della Genesi (38:6-11). In esso si racconta di Onan, il quale si rifiuta di seguire la legge del levirato, secondo la quale avrebbe dovuto sposare la moglie vedova di suo fratello, in modo da farle avere figli, che sarebbero stati come figli di suo fratello. Per non fare questo"Onan disperdeva per terra, ogni volta che si univa alla moglie di suo fratello, in modo da non dare una discendenza a suo fratello. Ciò fece dispiacere al Signore, che prese la sua vita".
Ora, da questo passo nella tradizione ebraica si ricavano una serie di divertenti considerazioni, prima di tutto sul levirato... e non vi sto qui ad annoiare. Secondariamente si ricavano interessanti normative relative alla contraccezione e ai figli. La mitzvà (obbligo) di fare figli si fa ricadere solo sull'uomo e non sulla donna. Per questa ragione, mentre l'uomo non può adottare mezzi di contraccezione, la donna può farlo. Da tutto questo però non si ricava nulla sull'aborto, nè sul fatto che lo sperma sia già vita.
Insomma questione di punti di vista.

Il secondo punto in questione è "come una religione possa non difendere la vita". La risposta è molto semplice: la mia religione difende la vita. Quella dei viventi, appunto, secondo la nostra definizione e in primo luogo quella della madre. Questo approccio è del resto lo stesso dell'Islam, per il quale il feto non è vitale fino a 120 giorni dal concepimento ed è in generale possibile sopprimerlo in caso di problemi di salute o psicologici della madre. Famoso fu il caso degli stupri delle donne bosniache. Una fatwa fu promulgata appunto che riconosceva la liceità dell'interruzione di quelle gravidanze. Da notare anche che queste posizioni implicano che un intervento farmacutico tempestivo (pillola del giorno dopo) è da privilegiarsi.
Ma allora? Se le religioni devono dare un esempio morale, cosa succederebbe se tutti decicessero di interrompere la gravidanza?
Barukh haShem, milioni di bambini ebrei popolano ancora questo mondo. E in qualche modo saranno pur nati. E miliardi di bambini musulmani continuano a nascere, Inshallah.

martedì 13 maggio 2008

questione di vita

Ci sono un prete cattilico e un pastore protestante che stanno discutendo. Il prete dice: "La vita comincia al momento del concepimento!". Il pastore protestante gli risponde: "No! Inizia alla nascita!". La discussione, visti i tempi, prende una piega piuttosto accesa e quasi si prendono per i capelli. Alla fine, decidono di dirimere la cosa rivolgendosi, come spesso si fa ai "fratelli maggiori". Se ne vanno dunque da un rabbino. Il prete, tutto concitato gli dice: "Spiega a questo capoccione che abbiamo ragione noi: la vita è tale fin dal concepimento". Il pastore replica: "Ma smettila di dire sciocchezze! Senti rabbino, gli vuoi dire come stanno le cose, che almeno a te ti sta a sentire: la vita inizia con la nascita". Il rabbino placido, li guarda tutti e due diritti negli occhi e risponde: "Proprio non avete capito nulla". Gli altri due tacciono, pendendo dalle sue labbra. "La vita comincia quando i figli trovano un lavoro, si sposano e escono di casa".

Tutto questo per spiegare che, nonostante gli usi e gli abusi che si fanno di citazioni "veterotestamentarie", e nonostante i rabbini italiani, per piaggeria nei confronti dei maggiortari "fratelli minori", tendano a non parlare di queste cose, secondo la normativa tradizionale ebraica non esiste qualcosa come "uccidere un bambino prima che sia nato". Nella pancia esiste il feto, non un bambino, che certo deve essere curato, ma mai a discapito della vita della madre (sia in considerazione delle sue condizioni fisiche che psicologiche).
Se la vogliamo mettere in termini aristotelico-tomistici, tanto cari alla Chiesa, possiamo dire che il nascituro è una vita in potenza e non in atto. Se vogliamo metterla in termini biblici, un po' più terra terra, ma forse più utili, se uno incidentalmente colpisce una donna incinta e questa abortisce in conseguenza dell'urto, il risarcimento dovuto è minore rispetto al caso i cui uno accidentalmente uccida una persona.
Resta soprattutto il fatto che anche i prudentissimi rabbini ortodossi italiani, quando si sono pronunciati, hanno sempre sottolineato che si tratta di decisioni caso per caso, che valutino le effettive condizioni della donna in particolare. Non si può tagliare le cose con l'accetta.

Tutto questo anche per dire che non pubblicherò nessun commento che, gridando dai tetti" all'omicidio, offenda la mia sensibilità religiosa e la sensibilità di molte persone che sono passate attravero scelte, certo non leggere, ma sicuramente pienamente legittime.

Neanche offese alla mia storia familiare saranno ammesse. Perché come i miei antenati, anche io penso che, sì, qualcuno dovrebbe far capire prima o poi al papa che non può pretendere di convertire il mondo.

monarchia-repubblica

Con l'avvicinarsi del 2 giugno, mi chiedo: ma non c'è nessuno che protesti contro il fatto che il sovrano di una monarchia confinante si permetta di criticare le libere leggi sulla Sanità pubblica, votate dal parlamento e confermate da referendum popolare di una sovrana Repubblica parlamentare?
I miei antenati mazziniani si stanno rivoltando nella tomba.

giovedì 8 maggio 2008

בת שישים

Giorno dell'Indipendenza (sarò una sentimentale...)


מדינה עברית, עליה חופשית

martedì 6 maggio 2008

tortino di azzime

Questa ricetta l'ho promessa da ormai troppo tempo alla Luvi (dalla famosa cena di fine Pesach all'ashkenazita). A dire il vero questa è la mia versione del tortino di azzime e spero di non sconvolgere nessuno.

Ingredienti:
- azzime sottili
- 1 kg di piselli
- 1/2 kg di spinaci o 1 kg di zucchine
- 6 carciofi
- brodo o acqua
- ragù abbondante (per i miei gusti è fondamentale che ci si senta il profumo dei chiodi di garofano)
- cipolla e aglio
- sale e pepe
- olio e.v.d'o.

Cuocete tutte le verdure separatamente, rosolando bene gli spinaci e i carciofi con l'aglio e i piselli e le zucchine con la cipolla. Poi unitele. Ungete con olio una teglia con i bordi alti e spolveratela con farina di azzime. Bagnate alcune azzime nel brodo freddo (attenzione che siano ancora solide quando le tirate su, sennò viene 'na schifezza). Formate sul fondo della teglia uno strato di azzime. Coprite con uno strato di verdure e con uno di ragù. Poi di nuovo azzime ammollate, verdure e ragù. Procedete fino a finire gli ingredienti. Conviene bagnare le azzime volta per volta. Cuocete in forno medio per un'oretta.

PS:
cercando immagini adatte a questo post (che non ho trovato) sono capitata su questo sito http://www.ilmangione.it/magazine/articolo.php?id_articolo=227 dove si scrive "Erbe amare, lattuga e pane azzimo: ecco la tipica cena della Pasqua ebraica". Non so il livello di questa rivista gastronomica, ma la cosa suona alquanto ridicola.

giovedì 1 maggio 2008

perché sono qui

In questi giorni ho conosciuto via internet una ragazza italiana di Mantova. Anche lei ha avuto un bimbo da poco, ci scambiamo esperienze, idee, lamentele sulle notti in bianco. Stamani mi ha chiesto perché sono qui. Stasera ho le idee più chiare sulla risposta.
Stasera sono iniziate le commemorazioni per Yom HaShoah. No - non dirò la banale verità che sono qui perché sono sionista e penso che se ci fosse stato uno Stato ebraico, la Shoah non ci sarebbe stata.
Stasera sono iniziate le commemorazioni per Yom HaShoah e sto guardando la televisione. Su Arutz-10 è passato un programma che si chiamava "I bambini della foto" (quella qui sotto). In questo film-testimonianza i bambini, ora adulti, sono alcuni dei pochi sopravvissuti agli esperimenti ad Auschwiz di Mengele. E con questo non voglio neppure dire semplicemente che sono qui perché stasera mi fa male sentir piangere mio figlio, anche se è solo perché ha il pannolino sporco.
Le cose sono un po' più complicate.

Quando ero ancora alla SSIS (scuola di specializzazione per l'insegnamento secondario), ho fatto tirocinio per insegnare Scienze Umane in un istituto professionale e ho avuto come tutti un tutor. Questa signora del tutto priva non solo di conoscenze, ma anche di qualità umane, ebbe l'idea di organizzare delle lezioni in occasione della Giornata della Memoria. Con la scusa che insegnava psicologia, il tutto si ridusse alla presentazione di alcuni fra i tanti profili psichiatrici di Hilter ed altri illustri, tra cui appunto Mengele.
Non so, forse è solo una mia mania personale, ma non riesco a sopportare nessuna di queste "psichiatrizzazioni" della Shoah. Dei pazzi con deliri di onnipotenza hanno preso il comando del mondo ed hanno ucciso milioni di loro simili, di bnei adam, esseri umani. E tra questi milioni erano miei simili. Cosa vuol dire? Come può essere? Voglio qualcosa di storicamente spiegabile per cercare di guardare l'inspiegabile. Dove sono le teorie sulla società di massa? Le origini culturali del Terzo Reich? E' l'unico modo in cui tutto questo mi fa meno male.
Ma non è neppure solo questo, che capisco sia forse solo una mia fissazione, un mio tentativo di razionalizzare. Ci fu un di più, che è la mia risposta alla domanda su che cosa ci faccio qui. La signora concluse la presentazione del profilo psichiatrico di Mengele, sottolineando che come tutti i pazzi aveva la sua lucidità ed era a suo modo geniale. E affermò la cosa più falsa e abominevole che abbia detto in queste sue lezioni: che gli esperimenti e studi sui gemelli di Mengele siano alla base della genetica moderna.
Ho almeno una parte della mia risposta alla domanda perché sono qui ed è una domanda: posso tollerare che questo venga detto in una classe della scuola del mio Paese?
Ho il vomito e non riesco a sopportare che mio figlio pianga stasera.