giovedì 28 agosto 2008

lingua madre

Lo so sono oltre ogni tempo massimo per commentare qualsiasi cosa sull'ultima Fiera del Libro di Torino. Mi scuserete, ma non ero in Italia. Ero a festeggiare Israele da un'altra parte e ho visto il programma solo adesso che me ne sto in vacanza a casa dei miei.

Come cittadini d'Italia e di Israele siamo fieri di ciò che il nostro Paese natale ha fatto, dell'omaggio che ha voluto tributare allo Stato Ebraico nel sessantesimo anno dalla sua fondazione.
Però magari la prossima volta facciano rivedere le scritte in ebraico a qualcuno. Come si vede dalla foto, sul mappamondo, che è anche il logo riportato sui programmi, è scritto in tutte le lingue "lingua madre".
Solo che in ebraico c'è scritto:
אם שפות, Em Safot che vuol dire madre delle lingue e non lingua madre, Sfat Em: שפת אם

lunedì 25 agosto 2008

Campeggi estivi

"Questa è Viareggio" - dice una famosa canzone del carnevale. Dopo più di un anno sono tornata nella mia città natale per farmi un po' di vacanza. E così la mia città natale mi ha accolta: con una email del "Forum giovani Versilia" riguardante un campeggio. Il campeggio internazionale per la palestina. Ah sì - mi dico - c’era già stato lo scorso anno... Chissene. Poi leggo dove lo fanno: Campeggio gratuito dal 1 al 25 agosto 2008 presso la scuola elementare Lenci (Varignano).

No scusa, in una suola pubblica un campeggio politico?

L’animale insegnante che è in me si risveglia, prima ancora del mio essere israeliana, alla quale iniziative del genere puzzano molto, soprattutto quando non hanno nemmeno la patina della bilateralità. Seguo il link, c’è anche un video promozionale su youtube (se lo cercate c'è sempre, io non lo linko!). Lo seguo, prima ancora di leggere bene il programma.

Campeggio organizzato dall’Unione Democratica Araba Palestinese in collaborazione con il (famosissimo) Comitato a sostegno della resistenza del popolo palestinese Versilia. Bon.

Prima immagine del video: cartina di Israele e Territori plestinesi. Tutta verde. Alla faccia della Unione Democratica. Il video va avanti mentre il sangue mi sale alla testa.

"Con grande dignità (foto di bimbo che fronteggia un carro armato) resiste all’occupazione mlitare del governo sionista israeliano da ben sessant’anni". Blablabla "Da 60 anni vengono distrutti campi coltivati, sradicati gli ulivi. Distrutte case scuole e ospedali." Blablabla

Poi arriva il meglio: "I bambini palestinesi quando non torturati o uccisi vengono arrestati dagli israeliani dall’età di 12 anni e nelle carceri trattati come qualsiasi altro adulto in condizioni disumane." Il che vuol dire che non ci sono più bambini palstinesi in giro. Questo significa in lingua italiana quella frase. Col che si aprirebbe quella piccola domanda sulla provenienza delle foto di bambini che si vedono nel video, ma insomma... sono sottigliezze.

"Per dare ad alcuni giovani provenienti direttamente dai territori palestinesi occupati di vivere senza filo spinato senza bombe di respirare aria di libertà. Per stare dalla parte degli oppress e non degli oppressori".

Sigla di chiusura. Bel programma per una seratina d'estate.

Il problema sono ovviamente i contenuti, la disniformazione eccetera eccetera eccetera. Ma soprattutto la domanda che mi viene è: chi ha dato l’autorizzazione affinché una iniziativa del genere, palesemente portatrice di informazioni scorrette, di un messaggio di odio, contro il processo di pace, ecc.ecc.ecc. abbia luogo nei locali di una scuola? Evidentemente la dirigente delle scuole statali Lenci. La quale evidetemente non si è fatta problemi a dare in concessione (il che significa gratuitamente) la neo risistemata palestra della scuola non ancora inaugurata. Nonché i servizi, le cucine e così via.

La seconda domanda sorge ugualmente spontanea: chi ha pagato la doccia delle centinaia e centinaia di persone che secondo gli organizzatori hanno partecipato alla festa? Chi ha pagato loro la cena, visto che la cittadinanza pagava prezzi popolari mentre i campeggiatori niente? Ne deduco che il tutto sia finito sul conto della scuola, dei contribuenti direi. Vabbè, o non sono più contribuente in italia, ma mi girano ugualmente i cosiddetti.

La terza domanda è un po' più complessa: ma chi c'era davvero a questo campeggio? Gli organizzatori pubblicizzano la presenza di famiglie palestinesi. Da voci degne di fiducia si dice c'erano un paio di gruppi musicali, i quali non si capisce attraverso qauli difficile e complesse trattative diplmatiche o tunnel nascosti sotto il Mar Mediterraneo siano riusciti a giungere in italia, visto che i Territori palestinesi sono una prigione circondata dal muro dell’apartheid dalla quale è impossibile uscire. A parte questi gruppi, i palestinesi presenti so che provenivano da Oslo. Ora ad Oslo non mi risultano esserci campi profughi nè carri armati israeliani. Ma di questi tempi non si sa mai. Quanto poi alla presenza di famiglie con bambini, la popolazione locale pare pensarla diveramente da quanto dichiarato dagli organizzatori. Si dice che una delle prime sere alcui vicini nel cuore della notte si siano lamentati (al grido di "dove sono i bamboretti?") per il bordello proveniente dalla scuola ad opera di italici baldi giovani, .

Detto tutto ciò, mi chiedo ma che diavolo ci sono tornata a fare in Italia. E mi confermo nelle mie decisioni.

martedì 19 agosto 2008

Tikva Ahava z.l.

Tikva Ahava era la bimba di una mia cara amica, Gal. La gravidanza mi ha portato a legare molto con Gal, mia “sorella di pancia”, pur con qualche mese di differenza: Dov doveva nascere a marzo, Tikva a giugno. Mi è stata vicinissima, anche in alcune brutte settimane. Di quelle che non si augurano a nessuno. E poi con la sua ecografia morfologica, la situazione si è rovesciata, anche se non sono sicura di essere riuscita a darle tutto ciò che ho ricevuto da lei. La sua piccola in formazione che se ne sta serenamente sguazzando nel pancione ha una brutta malformazione al diaframma. Da Gerusalemme Gal, Dave e Dahlia, la figlia più grande, tornano negli Stati Uniti a San Francisco, nel centro mondiale per queste malattie. Tikva nasce, viene operata, lotta. Una settimana fa ci ha lasciati.

Non è come le cose dovrebbero andare. I genitori non dovrebbero seppellire i propri figli. I figli dovrebbero poter crescere, sereni, sani. Da dove può venire la forza per vivere una vita che è l’esatto contrario?

Da oggi nella birkhat hamazon dirò sotto voce e non a voce alta:
נער הייתי וגם זקנתי ולו ריתי צדיק נעזב

"Sono stato giovane e sono diventato vecchio e non ho mai visto un giusto abbandonato".

Da stasera dopo lo Shema’ canterò piano piano anche il salmo 121. Lo canterò al mio piccolo. Che possa sempre sapere che le braccia dei suoi genitori sono sempre pronte ad aiutarlo e sollevarlo, ma a volte servono braccia ben più salde delle nostre. E in quei momenti (che siano rari…) sappia sentirle. E riconoscere che anche quelle sono braccia di babbo-e-mamma, ma più forti. E che in quelle più grandi c’è un amore più grande, ma anche tutto il nostro amore.