l'europa e le carote
Negli ultimi giorni, grazie alla felice contemporaneità del cinquantesimo dei patti europei di Roma e degli interventi di Bagnasco (il monsigneur) e di Ratzinger (la B16) siamo di nuovo tornati a parlare di radici dell'Europa.
Personalmente sono un'europeista convinta. Viaggiare avanti e indietro per lo spazio Schengen senza dover esibire un passaporto e muovermi senza dover cambiare moneta mi riempie ancora adesso, dopo alcuni anni, di un certo orgoglio. Senza considerare che, come italiani, se ci fosse mancato un aggancio all'economia europea saremmo tutti con le chiappe per terra.
Francamente, però, non mi sono mai messa da un punto di vista teorico. Eliminiamo alcuni fattori palesi: siamo un continente e abbiamo molte più cose in comune con i nostri confinanti che con i pinguini del Polo Sud. A parte tutto questo, che cos'è che tiene insieme l'Europa?
Insomma, tutto questo discorrere di radici comuni mi ha fatto riflettere. Proviamo a pensare per 5 minuti che abbiano ragione e cominciamo a scavare alla ricerca delle mitiche radici cristiane. Superato lo strato delle falde acquifere inquinate e dei residuati bellici delle ultime due guerre mondiali combattute sul suolo del nostro continente (che effettivamente rappresentano un ottimo esempio di pio amore cristiano, su cui riposano le fondamenta europee) troviamo... delle meravigliose baionette. Urka che scoperta! Una delle ultime volte che l'Europa è stata segnata da un'impronta unitaria è stata sotto Napoleone. Ma Napoleone non era quello che veniva dalla Francia rivoluzionaria, quella del divorzio e della cittadinanza per chi risieda sul territorio nazionale?
Forse però mi sbaglio ancora. Bisogna scavare più a fondo. Ma com'è che trovo altre armi? Mamma mia! Devo essere finita un paio di secoli ancora indietro in un altro splendido esempio di concordia cristiana: quando cattolici e protestanti se la davano di santa ragione per tutta Europa.
Vabbè, forse mi sbaglio ancora. Proviamo ad aggiungere il mitico prefisso giudeo- alla formula magica e come per incanto apparirà il solido sostrato giudeocristiano europeo. Forse.
Evito per pietà (non cristiana) di tornare verso la superficie, con quello che è successo sessanta-settanta anni fa durante l'ultima guerra e mi aggiro invece sul livello raggiunto. I resti però non lasciano molti dubbi: villaggi di ebrei incendiati, pogrom, ghetti.
Sarà colpa mia ma guardando indietro, o meglio in profondità, mica trovo delle grandi ragioni (giudaico)cristiane per stare tutti insieme. Per dirla tutta non ne trovo un granché in generale: a parte dei grandi momenti, sostanzialmente ci siamo date delle gran botte da orbi.
A dire il vero quello che non mi convince è proprio la prospettiva. Cristiane o giudaico-cristiane poco importa. La domanda resta sempre la stessa: da quando in qua gli esseri umani hanno le racidi? Siamo uomini o carote?
Forse semplicemente basta guardare un po' più in alto (verso i germogli, volendo). Io però preferisco dire che basta guardare avanti, verso il futuro.
Cercare di costruire un futuro più equo per tutti i cittadini europei mi sembra una ragione più che sufficiente per stare insieme.
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