martedì 30 dicembre 2008

sono una mamma anche io

Sono una mamma anche io e ciò che vedo e sento in TV e alla radio in questi giorni mi fa male. Mi fa male al cuore vedere bambini negli ospedali di Gaza, feriti, morti. Feriti e morti nonostante gli sforzi israeliani di non fare vittime civili, nonostante gli aiuti che continuiamo a mandare alla popolazione di Gaza.
Sono una mamma anche io e per questo non riesco e non intendo ascoltare chi (ebreo e non) dice che il mio Paese sta sbagliando.
Sono una mamma anche io e per questo non posso togliermi dalla testa le immagini quotidiane degli ultimi anni (non mesi, non settimane, non giorni) di Sderot e dei kibbuztim e cittadine della zona. Immagini delle case distrutte dai kassam sparati da Hamas da Gaza, dei bimbi che fuggono (meno di un minuto dallo scattare dell'allarme per uscire dalle classi e andare nel rifugio della scuola). Immagini di bambini e adulti negli ospedali in preda al tremore per lo shock, feriti, morti.
Quando quei signori che criticano avranno versato lacrime per questi bambini, per questi civili - senza se e senza ma, proprio come fanno per i civili di Gaza - sarò disposta ad ascoltarli.
E quando quegli ebrei che pontificano avranno imparato ad amare i figli del proprio popolo tanto quanto amano gli altri, allora, come mamma, li ascolterò.