domenica 11 marzo 2007

Purim

Domenica scorsa, il 4 marzo, ossia il 14 di Adar, è stato Purim.
Sarà per l'affinità tra lo spirito del Carnevale e Purim. Sarà perché a Carnevale e a Purim si deve bere: tanto fino a che non si riconosce più il vero dal falso. Sarà perché si mangiano le stesse cose chiamandole con nomi diversi: cenci e orecchie di Amman. Sarà perché ci si maschera comunque. Non lo so. Fatto sta che a me Purim piace almeno quanto Carnevale. Anzi quando come quest'anno capita subito dopo Carnevale è un bel prolungamento!
Di per sé la storia della festa non comincia in modo allegro e forse qualche pacifista potrebbe pure dire che neanche la fine è così allegra. Solo che secondo me chi la pensa così manca di senso di ironia. Allora provo a raccontarvi perché noi ebrei festeggiamo Purim. Mi ispiro molto liberamente al libro di Ester.

Mr. Achashverosh è un riccone, di quelli con le mani in pasta in politica. Come tanti ricconi non è una persona - come si suol dire - sentimentalemente felice. La moglie, Vashtì, è di quelle che quando vengono ospiti a casa sbuffa sempre: "eh mi tocca cucinare, e poi mi sporcano tutta casa". Anche se ovviamente lei non tocca un piatto: ci pensa la colf. Insomma un matrimonio in crisi.
Come spesso succede in questi casi, il marito comincia a guardarsi intorno: veline, ex-fidanzate di calciatori... E così in uno dei suoi mega-party Achashverosh incontra Ester. Bella, bellissima, la Miss dell'anno. La ragazza è sponsorizzata dallo zio, Mordechai, un tipo un po' maneggione, ma alla fin fine un brav'uomo, uno di quelli che per la famiglia farebbero tutto. Lo zio cerca di aiutarla a farsi strada e preoccupato del suo futuro gli dice: "Guarda che è meglio se non fai tanti nomi, lascia stare che sei ebrea. Insomma voglio dire anche Fabrizio Frizzi mica va a dirlo in giro".
Un giorno però uno della cerchia di Achashverosh, Mr. Amman, ha a che ridire con Mordechai. A dire il vero una roba da nulla, di quelle sul tipo: "Lei non sa chi sono io". Amman però se la lega al dito. Ma siccome non è uno che fa le cose a metà e poi si sa che in certi ambienti vince chi la spara più grossa, dice a Achashverosh non solo che Mordechai gli ha fatto uno spregio, ma anche che tutta la sua famiglia, anzi tutti gli ebrei, in realtà hanno offeso lui perché tramano contro Achashverosh. Morale della favola convince Achashverosh (che a dire il vero di politica non ne aveva mai capito un granché) a fare kaput a Mordechai, a tutta la sua famiglia e a tutti gli ebrei e decidono un giorno a caso.
Saputa la cosa, Mordechai, che proprio un cuor di leone non era, comincia a rompere le scatole alla nipote: "E guarda che poi mi fanno fuori. E poi se mi fanno fuori me tu come fai. Non sperare che non viene fuori che sei mia parente!". Però a parte la strizza blu non è che abbia grandi idee. Ester però sì. Chi dice che tutte le belle ragazze sono stupide? Prima convince Achashverosh a invitare a una cena privata alla villa Amman, poi durante la cena mette su una scenetta che convince Achashverosh che Amman ci sta a prova' con lei. Achashverosh ci casca e si convince che Amman lo ha raggirato in tutta la vicenda.
Solo che però ormai il decreto legge è già stato firmato: l'ordine di far fuori Mordechai, famiglia e ebrei tutti è già partito. Allora Achashverosh per prima cosa fa kaputt a Amman e a tutta la sua famiglia e poi fa nottetempo un consiglio dei ministri per un nuovo decreto legge: gli ebrei si possono difendere da chi si provi a fare kaputt a loro.

Le sorti si sono rovesciate: il pianto diventa riso, le vittime predestinate diventano forti.
E soprattutto, cosa non così lontana dal vero, si svela che il gentil sesso non è poi tanto debole.

P.S. Nella foto Rana Raslan, Miss Israele 1999, la prima Miss araba israeliana.