giovedì 22 marzo 2007

Pesach e la febbre della polvere bianca

Quando la cucina diventa luogo di una guerra civile e fratricida si è certi di essere in Italia e, nella fattispecie, in una famiglia di ebrei italiani.
Il problema si acuisce in modo esponenziale con l'avvicinarsi di Pesach, visto che in questo periodo si prevedono cibi particolari, non lievitati in nessuna loro molecola (kasher lepeasach, adatti a pesach - appunto).
Da me oggi al centro del dibattito c'è stata la domanda: "Ma poi quanti pacchi di farina bianca kasher lepesach hai ordinato?"
Spiego per i profani, non ebrei e ebrei, perché vivendo un po' a Milano ho scoperto che c'è bisogno di spiegare davvero tutto.
Se chiedete alle vostre nonne (purché ebree italiane e non di importazione) vi racconteranno che quando erano bambine le loro mamme a Pesach facevano le ciambelline, o le ruschette o le matzot gnascirim. Per chi non lo sapesse sono tutti dolci fatti con farina.
In effetti, durante pesach non è proibito l'uso dei cereali (e della farina) in generale, ma solo se mescolata ad ingredienti che diano luogo a lievitazione, nella fattispecie l'acqua o sostanze acquose. Ma allora com'è che il pane azzimo è fatto di farina impastata con la temibile acqua? Il problema in realtà è quanto tempo si lascia l'impasto fermo. I rabbini hanno decretato che dopo 18 minuti la pallozza di pasta comincia a mobilitare tutti i vari fermentini e lievita. Dunque bisogna agire in fretta, come in E.R. - altrimenti si perde il paziente e addio ciambelline.
Ora però olio e uova non rientrano nelle sostanze acquose. Da sempre in Italia si fanno dei meravigliosi biscottini con la farina bianca di pesach e l'olio. Pensate che si fa addirittura anche la pasta (solo con farina e uova e subito rinsecchita nel forno).
Con grande sconforto di molti rabbini dell'ultima generazione questa roba fa parte della nostra tradizione. Il problema è che questi si sono messi in testa di decapitare questa feroce usanza, rendendo quasi introvabile la famosa polvere bianca. Si vende solo in alcune comunità e solo per uso personale.
Il problema vero, secondo me, è che nessuno nota che quegli stessi rabbini che negano l'uso a casa della temibile farina, non si fanno problemi a dare sigilli di kasherut a lieviti industriali, che miracolosamente (essendo a base di agenti chimici) diventano adatti a pesach e a dolci prodotti con questi.

Zuccherini di Pasqua

Quella che segue non è la mia ricetta casalinga di biscottini di Pesach, ma una ricetta presa da: La cucina nella tradizione ebraica, a cura di Giuliana Ascoli Vitali-Norsa, pubblicato da Giuntina.
Nel capitolo Dolci di Pesach, p. 367 troviamo:

Zuccherini di Pasqua n. 2 (Veronesi)
Ingredienti:
3 uova
200 gr. di zucchero a velo
500 gr. di farina cascer le Pesach
12 cucchiai di olio d'oliva
20 gr. di anicini
un pizzico di sale
scorza di limone grattugiata
Sbattete a lungo le uova intiere con lo zucchero, poi aggiungete il sale e l'olio e, da ultimo, piano piano, la farina e gli anicini. Lasciate riposare per almeno un'ora. Questo di lasciar riposare l'impasto è una precauzione necessaria perché altrimenti il composto risulta troppo morbido. Ungete il marmo con poco olio e con le mani unte fate gli zuccherini a forma di S
Cuocete in forno caldo per 10 minuti circa.

Li consiglio in particolare ad alcuni rabbini italiani, ma sono buoni per tutti.